Madres paralelas di Pedro Almodovar è un melodramma che offre una tavolozza di emozioni in costante movimento. Il film è impreziosito da magnifici scatti fotografici d’autore, sia a colori che in bianco e nero. La sua trama intreccia storie personali e la Storia collettiva, creando un crescendo di nascite, lutti e fratture, che coinvolgono il passato, il presente e il superfluo. Pedro Almodovar ha lavorato a questo film per oltre dieci anni, e il titolo “Madres paralelas” è stato concepito ancor prima. Il regista ha definito il progetto come “Il Don Chisciotte della maternità”.
La trama di Madres paralelas
Il film racconta la storia di due donne, una quarantenne di nome Janis e una giovane adolescente chiamata Ana. Entrambe si trovano nella stessa stanza di un ospedale prima di dare alla luce i loro figli. Janis è una fotografa di successo, ma il padre del suo bambino è sposato con un’altra donna in fin di vita. Ana è una ragazza tormentata e insicura, il cui figlio è il risultato di una violenza subita a scuola. Entrambe partoriscono nello stesso istante e danno alla luce una bambina.
Il tempo passa, e Janis si impegna nella ricerca di una possibile fossa comune di vittime dei falangisti nel suo villaggio d’origine, riportando alla luce fantasmi della Guerra civile degli Anni ’30. Nel frattempo, Ana sostiene sé stessa e sua figlia lavorando come cameriera.
Janis inizia a nutrire forti dubbi sulla paternità della sua bambina, poiché i tratti somatici della piccola sono molto diversi da quelli dei genitori. Un test del DNA rivelerà una verità sconvolgente: la bambina di Janis non è sua figlia.
Il finale del film
Dopo aver scoperto che Cecilia non è sua figlia, Janis accoglie a casa sua Ana che a sua volta ha perso la su bambina di malattia. Tra le due nasce una relazione e nel mentre la fotografa scopre che la madre biologica della sua piccola Cecilia è proprio Ana e non glielo comunica. In ospedale sono state infatti scambiate le bambine involontariamente. Intanto fa ritorno nella vita di Janis il padre di sua figlia, Arturo, così la fotografa fa i conti con la sua vita: racconta ad Ana la verità sulla maternità delle bambine, interrompe la loro relazione e si ridedica anima e corpo al suo lavoro e alla sua storia con Arturo.
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