Esce quest’oggi ‘Nel mio stomaco’ (Blackcandy Produzioni), terzo album di Giulia Pratelli, che rinnova cosi anche per questo progetto discografico la collaborazione artistica con Zibba iniziata già nel precedente disco, ‘Tutto bene’ (Rusty Records). Le 11 tracce si snodano, tra emozioni istintive e un nuovo viaggio musicale, tra riflessioni, idee e una diversa maturità e profondità artistica. Prossimamente il progetto sarà disponibile anche nel formato fisico.
D: Giulia nel tuo prossimo lavoro discografico ‘Nel mio stomaco’ si rinnova la collaborazione con Zibba, dopo quella passata con ‘Tutto Bene’. Che disco dovranno aspettarsi gli ascoltatori, a differenza del precedente?
R: Sarà, a mio avviso, un album più maturo, con una direzione musicale più precisa e dei testi che scavano (o almeno provano) più a fondo. E’ una specie di viaggio, che inizia lasciando alle spalle ciò che ci accorgiamo non essere necessario e finisce sulla strada del ritorno verso casa.
D: L’album porta il titolo anche di un brano ‘Nel mio stomaco’. Sembri dare spazio anche all’emozioni di pancia, a quelle più istintive, invece del cuore. Nella costruzione di quest’album, attraverso la scrittura delle tracce, hai usato più il cuore o l’istinto “musicale” ?
R: In realtà credo che sia proprio nello stomaco che risiedono, nascono e si sviluppano tutte quelle responsabilità che per abitudine attribuiamo al cuore. La canzone parla di questo e nella scrittura del disco credo di aver usato la pancia delle emozioni rotonde, quelle pesanti, che hanno messo le radici e raccontano meglio chi siamo.
D: Poi c’è anche un passaggio musicale interessante con il brano ‘Un’altra volta’. Credi che oggi ci sia ancora troppa poca libertà per sentirsi femminile liberamente?
R: Purtroppo è così e penso sia evidente, anche se a volte ci si volta dall’altra parte. Ho scritto quel brano dopo l’ennesima volta in cui ho dovuto pensare a che strada fare, dove parcheggiare o comunque come muovermi per poter uscire la sera e poi tornare a casa da sola… è un problema che molte ragazze e donne, affrontano quotidianamente ed è solo una delle tante e troppe limitazioni che ogni giorno ci riguardano.
D: L’album nelle sue tracce , sembra anche costruito con una particolare attenzione su tutto quello che ci ruota attorno su ciò che viviamo e percepiamo, bello o brutto che sia. Credi che un musicista e un artista, nel tuo caso, abbia un “occhio” differente sulle cose?
R: Credo che ogni artista abbia il privilegio di potersi concentrare sul proprio sguardo e di poterlo raccontare. E’ una possibilità preziosa, che ci permette di scavare in profondità e porci molte domande, dalle quali nascono spesso riflessioni, nuove idee, stimoli, opinioni… e non necessariamente vere e proprie risposte.
D: Ti definisci nella musica e nei rapporti interpersonali, una donna di testa o di pancia?
R: E’ una dura lotta: a volte vorrei pensare meno e altre mi rimprovero per non averlo fatto abbastanza. Cerco di stare in equilibro ma trovo sia importante conoscersi a fondo e saper ascoltare tutto quello che abbiamo nello stomaco.
Sergio Cimmino
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