La famiglia del celebre doppiatore si oppone all’uso dell’AI per replicare la sua voce senza consenso
L’avanzata dell’Intelligenza Artificiale nel settore del doppiaggio solleva nuove questioni etiche. Il caso di Claudio Capone, storica voce italiana di Luke Skywalker in Star Wars e di Ridge Forrester in Beautiful, ha scatenato una forte reazione dopo che la sua voce, rielaborata tramite AI, è stata utilizzata in un servizio televisivo senza il consenso della famiglia.
Claudio Capone è scomparso nel 2008 all’età di 55 anni, ma il 6 febbraio 2025 suo figlio Davide ha riconosciuto la voce del padre in un servizio trasmesso su Rai 3, all’interno del programma Splendida Cornice. Il segmento riguardava la pagina OnlyFans di Flavia Vento e, con enorme sorpresa e indignazione, Davide ha notato che era stata utilizzata una versione artificiale della voce del padre.
“Qualcuno ha rielaborato la voce di mio padre con l’intelligenza artificiale. Quando papà è venuto a mancare, OnlyFans ancora non esisteva”, ha dichiarato Davide, sottolineando l’assurdità della situazione.
Sconvolto dall’accaduto, Davide Capone ha incaricato gli avvocati Maria Luisa Forestieri e Carlotta Guglielman di inviare una diffida alla Rai. La richiesta è chiara: la cancellazione immediata di ogni registrazione rielaborata di Claudio Capone e l’individuazione del responsabile che ha approvato tale scelta.
“È stato oltraggioso sentire la voce di mio padre senza essere avvisati. Lui ha lavorato trent’anni per il servizio pubblico, è un’offesa alla sua memoria”, ha affermato Capone. Ha inoltre aggiunto che sua madre è rimasta profondamente turbata dalla vicenda.
Davide Capone non chiede un risarcimento economico, ma esige delle scuse pubbliche da parte della Rai, possibilmente trasmesse durante un telegiornale o all’interno dello stesso programma. Inoltre, ha espresso un desiderio: “Magari ascoltare la sua voce all’interno di un programma simile a Superquark mi farebbe piacere, perché sarebbe un modo per ricordarlo”.
Questo episodio riaccende il dibattito sull’uso dell’Intelligenza Artificiale nel doppiaggio e nella rielaborazione delle voci di attori scomparsi. Se da un lato la tecnologia offre nuove possibilità creative, dall’altro solleva importanti questioni legali ed etiche sulla proprietà della voce e sul rispetto dell’eredità artistica. Il caso Capone è solo la punta dell’iceberg: la paura di molti professionisti del settore è che l’AI possa progressivamente sostituire il lavoro dei doppiatori, sfruttando senza consenso le voci che hanno fatto la storia del cinema e della televisione.
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