Il padre di James Bond non avrebbe voluto Sean Connery come 007: una leggenda nata quasi per caso

Scopri le curiosità sulla scelta di Sean Connery come James Bond e le reazioni di Ian Fleming durante il casting originale.

La storia è fatta di tanti eventi casuali che cambiano il corso delle cose. Cosa sarebbe accaduto se non fosse caduta la mela in testa a Newton? Cosa sarebbe accaduto se Alex Fleming non avesse osservato che la muffa inibiva la crescita batterica in una piastra di coltura? Cosa sarebbe accaduto se il Genoa avesse acquistato Lewandowski quando era una giovane promessa polacca?

Dei se e dei ma son piene le fosse, ci ricorda qualcuno, e non sapremo mai quindi cosa sarebbe accaduto nei tre casi succitati.

Non sapremo mai, nemmeno, cosa sarebbe accaduto del personaggio di James Bond se Sean Connery non fosse stato scelto per indossarne i panni, come avrebbe preferito il padre del personaggio, lo scrittore Ian Fleming.

La pubblicazione della biografia “Ian Fleming: The Complete Man” ha infatti portato alla luce inediti retroscena e aneddoti curiosi legati a una delle saghe cinematografiche più iconiche e durature di sempre (dal 1962 ad oggi sono usciti 25 film dedicati all’agente segreto al servizio di Sua Maestà). Tra le rivelazioni più sorprendenti emerge l’opinione di Fleming sul casting di Sean Connery, scelto per interpretare l’agente segreto 007 dopo non poche peripezie.

Secondo quanto riportato dall’agente di Fleming, l’autore rimase profondamente colpito quando incontrò Connery per la prima volta. Il motivo? L’attore non parlava con il cosiddetto “inglese della Regina”, l’accento britannico standard considerato sinonimo di eleganza.

Conosciuto Connery (che era un fiero scozzese di Edimburgo), Fleming espresse il suo disappunto senza mezzi termini: “Non è la mia idea di Bond. Io voglio un uomo sofisticato, non un teppista”.

Fleming aveva dapprima in mente un noto attore dei tempi: Richard Burton. Tuttavia, il sette volte candidato all’Oscar rifiutò la parte (così come Hitchcock rifiutò la regia), aprendo la strada a un ampio ventaglio di candidati.

Fu così indetto un concorso per “trovare James Bond”: di tutti i partecipanti vennero selezionati sei finalisti che furono sottoposti a provino dai produttori Albert Broccoli e Harry Saltzman e dallo stesso Fleming.

Il vincitore del concorso fu un modello ventottenne di nome Peter Anthony che, in seguito, fu scartato dopo alcune prove aggiuntive.

Alla riapertura del casting, tra i nomi presi in considerazione per il primo film figuravano:

  • Cary Grant
  • Dirk Bogarde
  • Michael Redgrave
  • Patrick McGoohan
  • Peter Finch
  • Rex Harrison
  • Richard Johnson
  • Richard Todd
  • Roger Moore (che interpreterà Bond anni dopo, tra il 1973 e il 1985)
  • Trevor Howard

“Provammo almeno 20 o 30 attori diversi” ricorda Robert Fenn, agente di Fleming: “Il problema era che nessuno voleva firmare per più di un film, e senza un impegno a lungo termine da parte dell’attore non potevamo ottenere il sostegno di una distribuzione importante. Connery arrivò al momento giusto: senza di lui, forse Bond non sarebbe mai diventato un fenomeno globale”.

Il caso volle che Connery fosse un giovane attore (aveva 32 anni quando uscì il primo capitolo della saga) ed era un parvenu nel mondo dello spettacolo – aveva lavorato come lattaio, camionista, muratore e guardia del corpo – così non ci pensò due volte a legarsi al personaggio firmando un contratto per cinque film (più uno).

Il resto è storia. Connery conquistò il pubblico con interpretazioni memorabili in film come Dalla Russia con amore, Missione Goldfinger, Thunderball (Operazione tuono), Si vive solo due volte e Una cascata di diamanti. “Trasudava sicurezza” affermò Barbara Broccoli, produttrice della saga e figlia del succitato Albert: “Camminava come il più arrogante figlio di buona donna che si sia mai visto. Sembrava padrone di ogni luogo in cui metteva piede. Era perfetto per essere il nostro Bond”.


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