AirBnb, pubblicità ottobre 2024: la canzone scelta arriva direttamente dal 2000

Per la nuova campagna pubblicitaria (ottobre 2024) AirBnb ha deciso di puntare sul punk rock di inizio anni 2000.

Viene definito pop punk su Wikipedia, anche se noi in Italia lo chiamavamo (lo avremmo chiamato) punk rock. È la canzone scelta da AirBnb per la sua ultima campagna pubblicitaria in cui si vuole sottolineare come la scelta di un AirBnb sia migliore per una famiglia con figli grandi rispetto all’hotel, ché le esigenze cambiano e c’è necessità di spazi più grandi.

E quale canzone poteva essere più adatta per rappresentare un’idea del genere se non una canzone estremamente adolescenziale (sebbene sia una canzone che ha compiuto quest’anno già 24 anni: ci avviamo a passi da gigante verso l’età adulta)?

Parliamo di Teenage Dirtbag, one-hit wonder del gruppo statunitense Wheatus.

Erano il giugno del 2000 quando usciva il signolo, destinato a conquistare i primi posti nelle classifiche di mezzo mondo – Austria, Australia e Belgio per citare tre delle nazioni in cui arrivò in vetta (nel nostro Bel Paese, allora ancor più di oggi avverso a ciò che potesse essere anche solo un pelo alternativo, raggiunse al massimo la 38esima posizione).

La canzone fece da colonna sonora della commedia giovanilistica all’americana American School (un classico high school movie) e di un episodio dell’allora culto Dawson’s Creek.

E nel video, che ricordo con grande nostalgia ché appunto sono passati 24 cazzo di anni, sono presenti molte scene di American School, con Jason Biggs che interpreta il classico nerd, mentre la bella Mena Suvari la ragazza di cui lui è innamorato ma che ovviamente lei non guarda nemmeno (fino al lieto finale finale, che non vi sveliamo ché se non avete visto il video dovete vederlo subito – di seguito).

Simpatico segnalare un equivoco: giacché sia Jason Biggs che Mena Suvari compaiono anche in American Pie e in American Pie 2, molti ricordano che il brano facesse parte della colonna sonora di American Pie ma è solo il più classico dei Mandela Effect.


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