Tech e Games

L’incredibile storia del Temple OS, chiamata divina o follia delirante?

TempleOS è un sistema operativo a tema biblico, leggero e non convenzionale, creato dal programmatore americano Terry A. Davis. Questo sistema operativo, che Davis descrisse come il Terzo Tempio profetizzato nella Bibbia, è stato sviluppato da quest’ultimo nel corso di un decennio, periodo in cui Davis attraversò episodi maniacali che considerava, però, rivelazioni divine.

TempleOS è stato inizialmente rilasciato nel 2005 come J Operating System, subendo diversi cambi di nome, tra cui LoseThos e SparrowOS, prima di essere rinominato TempleOS nel 2013. Davis, che soffriva di disturbi mentali come la schizofrenia, credeva di essere in comunicazione diretta con Dio, il quale gli aveva dato precise istruzioni per lo sviluppo del sistema.

Caratteristiche tecniche

TempleOS è un sistema operativo a 64 bit, multitasking non preemptive, e di pubblico dominio, progettato per la programmazione ludica. Le specifiche del sistema includono:

Risoluzione di 640×480 e 16 colori (progettata per facilitare i bambini nel disegno)

Supporto audio mono

Libreria grafica 2D e 3D

File system ISO 9660, FAT32 e RedSea (letteralmente “MarRosso”, quest’ultimo creato da Davis)

Il sistema è scritto in HolyC, un linguaggio di programmazione sviluppato da Davis come una variante del C. HolyC funge anche da linguaggio di shell, permettendo la scrittura e l’esecuzione di applicazioni direttamente dalla shell. TempleOS include un simulatore di volo, un compilatore e un kernel originali, ed è progettato per girare in modalità ring-0, a singolo spazio di indirizzi, senza supporto per la rete.

Terry A. Davis: pazzo o genio?

Terry A. Davis (1969-2018) ha iniziato a soffrire di episodi maniacali nel 1996, che lo portarono a numerosi ricoveri psichiatrici. Diagnostico inizialmente con un disturbo bipolare e poi con schizofrenia, Davis rimase disoccupato e dedicò la sua vita a TempleOS, sostenendo di aver ricevuto una rivelazione divina che lo guidava nel suo lavoro.

Davis era noto per le sue visioni di alieni spaziali e agenti governativi, che alimentavano le sue manie. Nonostante le sue difficoltà, riuscì a sviluppare un sistema operativo completo, scrivendo oltre 100.000 linee di codice.

Al di là del vero motivo di questa sua geniale follia, Davis è stato uno dei migliori programmatori (se non il migliore) mai esistiti sulla faccia della Terra. La sua capacità di creare dal nulla tutte le linee di codice necessarie per dare vita a quanto aveva nella sua testa è oltremodo stupefacente e non ha eguali nel mondo della programmazione.

Accoglienza dei media e morte di Davis

TempleOS ha ricevuto recensioni per lo più “simpatiche“. Il giornalista tecnologico David Cassel ha evidenziato come i siti di programmazione abbiano cercato di accogliere Davis con pazienza e comprensione. TechRepublic e OSNews hanno pubblicato articoli positivi, lodando la dedizione e la passione di Davis. James Sanders di TechRepublic ha descritto TempleOS come una testimonianza delle abilità tecnologiche di Davis, mentre Kroc Camen di OSNews ha sottolineato la libertà creativa che TempleOS rappresenta nel campo dell’informatica.

Dopo la morte di Davis, investito da un treno l’11 agosto 2018, il redattore di OSNews Thom Holwerda ha riconosciuto il talento di Davis nel creare un intero sistema operativo da solo. Davis è stato considerato una “leggenda della programmazione” e il suo lavoro è stato paragonato a “un grattacielo costruito da una sola persona“.

TempleOS è stato esposto in una mostra di Art Brut in Borgogna, Francia, nel 2017, evidenziando il suo impatto culturale. La famiglia di Davis ha invitato i fan a fare donazioni alla National Alliance for Mental Illness e ad altre organizzazioni che supportano chi soffre di malattie mentali.

TempleOS rappresenta certamente un unicum nel mondo dei sistemi operativi: un progetto straordinario nato dalla mente di un singolo programmatore, alimentato da una visione personale e complessa. La sua esistenza è una testimonianza della fusione tra abilità tecnica, creatività e la complessa natura della mente umana e anche che, a volte, la cosiddetta follia può aiutarti a creare cose altrettanto folli ma indubbiamente straordinarie.

Mario Barba

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