Come ogni giugno si avvicina il momento degli esami di stato. Decine di migliaia di giovani italiani si apprestano a vivere quello che è una sorta di rito di passaggio, che li porterà a dire addio alla scuola dell’obbligo e diventare un po’ più adulti (d’altra parte chi prende la maturità può non considerarsi più adulto?)
E tra queste decine di migliaia di giovani italiani, sicuramente diverse migliaia ascolteranno – almeno una volta – Notte prima degli esami, canzone di Antonello Venditti uscita nel 1984 come uno dei quattro singoli dell’album Cuore (gli altri sono Ci vorrebbe un amico, L’ottimista e Piero e Cinzia). Si tratta di una delle canzoni più celebri del cantautore capitolino, scritta in seguito alla separazione dell’artista da Simona Izzo.
Ospite di Deejay Chiama Italia in occasione della pubblicazione della riedizione di Cuore, 40 anni dopo, Antonello Venditti ha parlato con i padroni di casa Linus e Nicola Savino della canzone che lo ha portato a diventare (sic) il “santo padrone dei maturandi”, sebbene Venditti non riesca a comprendere tutt’oggi come sia potuta diventare così popolare:
È una canzone talmente complicata che ancora non mi riesco a capacitare di questa forza immediata di canto e di partecipazione. Quella se la vai ad analizzare è una cosa incredibile, perché è un flashback: comincia dalla fine e poi ripercorri quello che ti ha portato a quel palco. Tu dici: “Ma come fa una canzone così complessa a diventare così popolare?”. Evidentemente nelle mie canzoni c’è qualcosa di me che le rende facili.
Sebbene appaia palese che si parli della notte prima della maturità, dell’incontro con la ragazza amata (Claudia), e di un ritratto di una Roma notturna, il significato della canzone è più profondo e sono molteplici i dettagli che possono sfuggire al primo ascolto (dettagli che – d’altra parte – non sono poi così ignoti se sono menzionati in parte anche nella pagina Wikipedia dedicata alla canzone).
Partiamo quindi dai quattro amici con la chitarra: “Io, De Gregori, Bassignano e Lo Cascio” – Venditti dixit. Quattro amici che sono stati tra le anime del Folkstudio, locale capitolino dove era possibile esibirsi e che ha ospitato nell’arco degli anni anche altri artisti (come Gianni Togni, che ha parlato di quella sua esperienza durante il podcast Non è più Domenica).
Il brano prosegue quindi su due piani – con i ragazzi succitati che si ritrovano a parlare di vicende di vita quotidiana e di vicende storiche, mescolando temi leggeri e temi ben più drammatici: dalle nozze delle segretarie con gli avvocati (e chissà come fanno a farsi portare all’altare) ai drammi cronachistici, come le bombe del 1969 esplose contemporaneamente a Milano (la indimenticata strage di Piazza Fontana) e a Roma (attentati meno noti rispetto a quello meneghino, ma che portarono comunque al ferimento di 16 persone) – citate come “le bombe delle sei”.
Da lì in poi sono due i piani su cui si sviluppa la canzone (in coda potete leggere il testo completo): da un lato il piano privato / del singolo, dall’altro il piano collettivo.
Da un lato, c’è la descrizione di una storia d’amore, che appare un po’ come una ossessione notturna, dall’altro c’è la vita di Roma che scorre in sottofondo, con le sirene delle ambulanze e della polizia, con i genitori dei neonati che allattano e le nonne alla finestra, con tutti i variegati protagonisti di quella parte del giorno in cui si sogna e in cui si vivono drammi (e in cui è più facile cedere alle succitate ossessioni).
La notte (prima degli esami) rimane comunque quella dei protagonisti, un viaggio attraverso le loro speranze e timori d’amore, e le preoccupazioni per il futuro: “La matematica non sarà mai il mio mestiere/E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca”.
Notte prima degli esami, il testo completo
Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra
E un pianoforte sulla spalla
Come i pini di Roma, la vita non li spezza
Questa notte è ancora nostra
Ma come fanno le segretarie
Con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati
Le bombe delle sei non fanno male
È solo il giorno che muore
È solo il giorno che muore
Gli esami sono vicini e tu sei troppo lontana dalla mia stanza
Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto
Stasera al solito posto, la luna sembra strana
Sarà che non ti vedo da una settimana
Maturità, t’avessi preso prima
Le mie mani sul tuo seno, è fitto il tuo mistero
E il tuo peccato originale come i tuoi calzoni americani
Non fermare, ti prego, le mie mani
Sulle tue cosce tese
Chiuse come le chiese quando ti vuoi confessare
Notte prima degli esami, notte di polizia
Certo, qualcuno te lo sei portato via
Notte di mamme e di papà col biberon in mano
Notte di nonne alla finestra
Ma questa notte è ancora nostra
Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni
Notte di sogni, di coppe e di campioni
Notte di lacrime e preghiere
La matematica non sarà mai il mio mestiere
E gli aerei volano in alto tra New York e Mosca
Ma questa notte è ancora nostra
Claudia non tremare, non ti posso far male
Se l’amore è amore
Si accendono le luci qui sul palco
Ma quanti amici in torno, che viene voglia di cantare
Forse cambiati, certo, un po’ diversi
Ma con la voglia ancora di cambiare
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore
Se l’amore è amore
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