Federico Aicardi, il farmacista e cantautore bolognese dalla tripla vita, potrebbe essere descritto come un moderno Batman, con una personalità affascinante e molteplici talenti. Nato e cresciuto in una famiglia intrisa di storia e tradizione farmaceutica, Federico ha portato avanti con passione e dedizione l’eredità di una farmacia che risale a oltre 500 anni fa. Situata in una delle vie più vivaci e culturalmente benestanti di Bologna, via Petroni, incrocio con via San Vitale, la farmacia di famiglia è diventata un punto di riferimento per la comunità locale e per gli studenti universitari che affollano la zona.
Contrariamente ai suoi fratelli, che hanno seguito carriere accademiche all’Università di Bologna, Federico ha scelto di immergersi nell’affare di famiglia, diventando non solo un rispettato farmacista, ma anche un musicista appassionato e talentuoso. Sin da giovane, ha coltivato la sua passione per la musica, ispirato da icone come Bob Dylan e Fabrizio De André, il cui spirito poetico e ribelle ha permeato le sue canzoni.
Federico ha vissuto esperienze straordinarie nel mondo della musica, suonando con grandi nomi come Francesco Guccini e aprendo i concerti di artisti del calibro di Francesco De Gregori. La sua arte musicale, nata tra le pareti della sua farmacia e accompagnata dalla solitudine notturna e dalla chitarra, ha catturato l’essenza della Bologna studentesca e vibrante, diventando un riflesso autentico della vita quotidiana nella sua amata città.
Recentemente, è uscita la sua nuova canzone intitolata Boomer, per ironizzare sulla generazione dagli anni ’60 e ’70 in modo scherzoso, disponibile su Spotify, su Amazon, Youtube e presentata in anteprima al suo concerto sul bus turistico in giro per la città fino ad arrivare ai colli. Grazie a quest’occasione, noi di Nonsolo.tv abbiamo avuto il piacere di conoscere Federico e intervistarlo.
K: Ciao Federico, come è nata innanzitutto questa curiosa idea di realizzare dei concerti su un bus turistico in giro per Bologna?
F: E’ nata anni fa da quando sono a Bologna e ho molto seguito perché avevo già un database di 4500 di studenti dell’Università di Bologna. Quindi, potevo riempire tranquillamente i locali quando c’erano i concerti e cover con altri colleghi musicisti con Facebook nel 2008 e poi con Instagram. Ho continuato con i social e da allora riesco sempre a riempire perché la gente viene sul bus e la porto in giro per poi fare l’aperitivo alla fine. Quindi, la gente si diverte e canta con un giro di un’ora e mezza, iniziando da piazza Galvani con questo bellissimo bus scoperto per i turisti e allestisco il tutto per la band (che è circa di 47 persone). Dunque, è come se fosse una grande barca in giro per Bologna e poi offro un aperitivo con vino e qualcosa da sgranocchiare per non ubriacarsi troppo e alla fine si riparte per cantare insieme. Comunque, non appena metto le date sui social si prenotano in tanti ed è molto bello. Poi ho fatto qualche concerto per promuovere la mia nuova canzone che si chiama Boomer, ma in passato un brano che mi ha fatto avere tantissimo successo s’intitola I Love Bologna, perché nel giro di un mese mi ha fatto avere circa più 34 mila followers su Instagram.
K: Per quanto riguarda il brano Boomer, cosa ne pensano proprio la fascia di quella generazione quindi dagli anni 60-70 e anche la fascia più giovane come Generazione Z?
F: Piace tantissimo ai giovani sia perché vedono il riflesso della loro generazione e sia quella più grande e soprattutto per il fatto che vedono la differenza nella tecnologia, che precede sempre tutto ciò che accade ed è molto più veloce con tutte le applicazioni su smartphone e internet. E tra l’altro mi sono accorto da boomer, che il telefonino è molto più rapido e intuitivo rispetto ad un computer. A parte ciò, gli anziani si identificano così come i giovani e quindi la cantano insieme”.
K: Dato che hai conosciuto Dalla, Bob Dylan, Guccini, De Gregori, qual è il ricordo che ti lega a loro? E come è stato collaborare con loro?
F: Beh De Gregori l’ho conosciuto perché ho aperto il suo concerto e ho avuto modo di parlare con lui poi vabbé c’è stato uno scambio di battute pensando che io copiassi lui o lui copiasse me ecc… Ma avevamo un bel rapporto. Poi invece Bob Dylan l’ho conosciuto a Lucca ad un concerto e purtroppo non ero riuscito ad incontrarlo, ma poi circa 15 anni fa ricordo che mi hanno fatto incontrare con lui a Roma e gli ha detto in inglese “sono italiano” e Bob ha risposto “non mene frega un c***o”. Poi un altro aneddoto su Dylan è che quando si abbracciò con un’amica di Hemming Way, io mi inserì e gli diedi il io cd e se lo mise in tasca. Ad un certo punto, ho fatto la battuta sui social: “Bob Dylan non ha ritirato il premio Nobel ma ha ritirato il mio cd”. Ho anche conosciuto Bruce Springsteen, che è simpaticissimo e l’ho incontrato ad una trasmissione che si chiamava Taratatà con Mollica che lo intervistava e tra l’altro, ricordo che il giorno dopo persi l’aereo per Parigi. Poi ho conosciuto Dalla con cui andavo alle partite di calcio della nazionale a casa sua assieme ai suoi amici. Infine Guccini con cui giocavo a carte e suonavo la chitarra assieme e mi diceva ironicamente: “dove vai artisticamente parlando?” ma alla fine suonavamo insieme al canzone di Bob Dylan, fino al poema cavalleresco e dei poeti…
K: Cosa bolle in pentola per ciò che riguarda i progetti futuri?
F: Si, c’è una cosa molto bella: andrò a Berlino a suonare sul palco dei Clash per i partigiani domenica 28 aprile 2024 e canterò le mie canzoni e quelle di Guccini, trattando il tema della Liberazione. Poi si proseguiranno con altre date con i concerti, che pubblicherò sulla pagina Instagram Federico Aicardi o su Facebook.
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