Si va a passo spedito verso le 50 edizioni: Domenica in è un caposaldo della televisione italiana e delle domeniche del Bel Paese.
Tutto ha inizio nel 1976. È il 3 ottobre quando viene lanciato dal grande Corrado un contenitore domenicale che ha un chiaro intento (politico, se vogliamo): far sì che gli italiani abbandonino l’abitudine delle gite fuori porta domenicali per rimanere incollati alla televisione.
Una necessità, in un periodo di austerity causato dai rincari petroliferi decisi dai paesi arabi. Il boom economico è solo un ricordo e gli italiani è meglio che stiano davanti alla televisione.
Ed è così che nasce Domenica in, andato da allora in onda ininterrottamente, con svariati conduttori, co-conduttori, opinionisti e volti tv capaci di raccogliere l’eredità di Corrado. Andremo a vederne alcuni assieme, prima di scoprire il perché di questo nome e alcune curiosità.
Domenica in, chi ha condotto il contenitore domenicale nell’arco degli anni
Come detto, la prima edizione di Domenica in fu condotta da Corrado (al secolo Corrado Mantoni), affiancato da Dora Moroni e dal Mago Alexander.
Corrado condusse le prime tre stagioni, andate in onda sul primo canale della Rai, prima di lasciare il testimone a Pippo Baudo, destinato alla conduzione di svariate edizioni (la sua ultima è la quarantunesima del programma, in onda nella stagione 2016/17).
Ma non solo Corrado e Pippo Baudo, sono davvero tantissimi i conduttori che si alternano alla guida di Domenica in.
Mara Venier deve il suo successo proprio a Domenica in, condotto per la prima volta nella stagione 1993/94 (prima di prenderne le redi in solitaria dal 2018 al 2024) ma diversi altri volti di punta della tv tricolore hanno condotto il principale contenitore domenicale della Rai:
in ordine inverso (dai più recenti ai più antichi) possiamo citare Cristina Parodi, Massimo Giletti (la cui parentesi sul palco del programma è lunghissima – 2004/2013 – e vedrà anche il lancio del fortunato format L’Arena), Paolo Limiti, Paolo Bonolis, Carlo Conti, Amadeus, Fabrizio Frizzi e Raffaella Carrà (nella stagione 1986/87 sarà la prima donna a guidare in solitaria il programma), giusto per citare alcuni nomi.
In realtà sul palco di Domenica in salgono così tanti personaggi che hanno segnato lo spettacolo, il costume e la politica italiani che bisognerebbe scriverci un libro, non un singolo post: basti pensare che tra i tanti-ssimi ci sono anche il futuro fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo e il fondatore di Dagospia Roberto D’Agostino.
Domenica in, perché si chiama così?
Ma perché il programma contenitore della Rai in onda da ben oltre 1600 domeniche sul primo canale della Rai si chiama così?
Il titolo del programma rappresenta un colpo di genio dell’ideatore Corrado e rappresenta una modifica rispetto all’originario Domenica insieme.
Leggenda vuole che, durante una delle riunioni con gli altri autori in vista del lancio del programma, Corrado lesse il nome del programma scritto su una lavagna e ne cancellò una parte, lasciando solo Domenica in: in questo modo il titolo del programma consentiva la possibilità di aggiunte creative congrue alla natura poliedrica del programma e il titolo sarebbe potuto diventare, di volta in volta, Domenica insieme, Domenica in compagnia et similia.
Inoltre, fu lo stesso Corrado a raccontarlo in un’intervista, il gioco linguistico permetteva di leggere in in contrapposizione ad out: in come qualcosa di in, di tendenza, ma anche in nel senso che si sta in casa al posto di uscire a spendacciare.
Domenica in, qualche curiosità
- Domenica in, in realtà, non è il primo contenitore domenicale della Tv di Stato: sempre nel 1976 era stato lanciato sul secondo canale (allora Rete 2) un altro contenitore, chiamato L’altra domenica. Ideato da Maurizio Barendson e condotto da Renzo Arbore, reduce dal successo di Alto gradimento, andò in onda per quattro edizioni tra il marzo del 1976 e il maggio del 1979. A colori dal settembre del 1976 (in tal senso, fu una delle prime trasmissioni ad avere questo “privilegio”) aveva un target più alternativo rispetto a quello di Domenica in e gli dedicheremo un altro post ad hoc, ché non è giusto liquidarlo tra le curiosità di Domenica in.
- Se le puntate delle ultime edizioni del programma (dal 2020) durano 195 minuti, dagli esordi al 1997 il contenitore domenicale di Rai 1 durava ben 360 minuti: un programma fiume, in onda dalle 14 alle 20 (proprio perché, come dicevamo, gli italiani non dovevano uscire di casa, ché non erano i tempi per spendere).
- L’edizione meno fortunata in termini di ascolti e di share è – stando ai dati di Wikipedia, che pur non sono precisissimi in tal senso – la 42esima, in onda a cavallo tra il 2017 e il 2018, con la conduzione di Cristina Parodi.
- Domenica in è il programma di varietà più longevo della storia italiana ed è il secondo più longevo in assoluto dopo un altro programma domenica come La Domenica Sportiva, in onda dal 1953.
- La domenica è un giorno sacro per gli italiani anche perché scendono (scendevano) in campo le squadre della Serie A e Domenica in non si astiene dal rispettare questa ritualità laica: all’interno del programma va in onda la rubrica 90° minuto, con i riflessi filmati delle partite di calcio disputate, fino alla stagione 2004/05 (la stagione seguente i diritti passeranno a Mediaset).
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