Dai diciamoci la verità, come si può non amare Ornella Vanoni? È un mito, è ironica, divertente, sincera e non ha peli sulla lingua. Ieri è andata in onda l’ultima puntata di Belve, il programma condotto da Francesca Fagnani e una degli ospiti è stata Ornella Vanoni. La cantante ha detto di non aver più paura a dire quello che pensa perché ormai ha una certa età e non ha più nulla da perdere e per questo noi gioiamo! Ornella ci ha regalato interviste e aneddoti iconici e anche ieri non ha deluso le mie aspettative. Ha raccontato del suo rapporto con gli uomini ai quali è sempre piaciuta molto. Questo suo piacere molto agli uomini l’ha portata a non piacere invece alle donne per lungo tempo:
“A un certo punto ho capito di piacere troppo agli uomini e infatti le donne non mi hanno amato a lungo. Mi dispiaceva perché a me piacciono le donne. Ero una donna che emanava un grande erotismo, una forte sensualità. Mi chiamavano cu*o d’oro, chia**e parlanti. In casa giravo nuda e molti mi dicevano di avermi visto dalle finestre. In un periodo avevo due paia di mutande e le usavo con parsimonia, sia in casa che fuori. Uscivo con la gonna e i tacchi a spillo. Bisogna avere per forza le mutande?”.
Ma infatti bisogna avere per forza le mutande?? Mi fa morire.
La Vanoni ha parlato poi di due suoi amori, Giorgio Strehler e Gino Paoli. Di Strehler ha detto che è stato l’uomo che l’ha amata di più in assoluto, ma che i suoi vizi l’hanno fatta allontanare. Mentre Paoli è stato quello per cui ha sofferto di più, anche se ad oggi è un suo caro amico:
“Giorgio Strehler? È l’uomo che mi ha amata di più, ma non mi ha protetta da situazioni estreme perché non poteva farne a meno. Voleva tornare con me, ma ho detto no. Gino Paoli che mi ha accusato di essermi “smollata con l’età” e di raccontare cose che sarebbe meglio tacere? Guarda quello che ha cercato di raccontare lui a Sanremo, pensava di essere a casa sua. Si è dimenticato di essere sul palco dell’Ariston, ha visto Morandi e gli è partita quella roba lì che non andava fatta. Amadeus era terrorizzato e l’ha portato via. Dice di essere ironico? Io sono ironica, lui no. Però vuole esserlo, quindi non diamogli contro”.
L’artista ha raccontato anche che l’avvocato Agnelli le fece delle avance e la invitò a pranzo ma che lei non accettò perché era una delle tante per lui, e poi esilarante il racconto di una sua notte di passione a Montecarlo, con uno sceicco arabo:
“L’avvocato Agnelli faceva a tutte delle avance. Non ho mai avuto un uomo potente o ricco. Mi chiamò uno per dirmi che l’avvocato mi attendeva a pranzo. Risposi che se voleva, l’avvocato doveva chiamarmi. Non ci andai.
Avevo cantato a Montecarlo. Veniva continuamente un croupier per invitarmi a un tavolo perché uno sceicco pensava gli portassi fortuna. Ci guardammo, era interessante, dicevano che avesse avuto degli scontri con i marsigliesi. La mattina dopo sono stata io a mandargli dei fiori”.
È stata poi molto sincera dicendo che per un periodo si è sentita una numero due che veniva dopo la grande Mina. Con la Mazzini si sono molto frequentate e poi ha capito che erano entrambe delle numero uno ma in modo diverso. Sono letteralmente caduta dal divano invece quando ha raccontato di non aver accettato di cantare Grande Grande, che poi cantò Mina, perché la riteneva volgare perché per lei la canzone era riferita al sesso maschile?
“Non ho accettato “Grande Grande” perché pensavo fosse volgare. L’ha fatta Mina ed è diventata un successo. Secondo me, si riferiva a quello. Sarò io che penso male. L’unica collega che ho molto frequentato è Mina. Lei giocava a carte, molto, e cercava di insegnarmi. A me le carte cadono dalle mani. Rispetto a lei mi sentivo la numero due. Poi ho capito che eravamo tutte e due brave ma diverse.
Una volta mi è capitato di essere fischiata. Stavo cantando in una piazza molto grande e mi sembravano che le persone stessero urlando ‘Mina, Mina!’. Invece mi urlavano ‘Diva!’. Io mi sono arrabbiata e li ho chiamati stron**. Non ammetto le mancanze di rispetto”.
Infine ha parlato della depressione che ha affrontato, dovuta al fatto che per mesi non era riuscita a dormire. Ha detto di essere andata anche da degli specialisti ma nulla, poi un giorno si è fumata una canna, e ha trovato la sua medicina per il sonno. Esilarante quando ha raccontato che dopo una sua intervista in cui diceva di cercare una badante che sapesse rollare le canne, quando camminava per strada un sacco di ragazzi si proponevano per il ruolo. Le gridavano: “Ornella io so rollare bene!”:
“Ad un certo punto della mia vita non dormivo più. Mio padre mi fece fare perfino la cura del sonno: ero disperata. Finché un giorno mi hanno fatto fumare una canna e ho capito che era la mia medicina”
Dai diciamoci la verità, se non ci fosse la Vanoni, bisognerebbe inventarla!
Per oggi è tutto, baci velenosi a tutti
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