Ero e sono completamente contrario a pensare che Giorgia Meloni sia l’avanguardia del fascismo in terra tricolore.
Ritengo, anzi, che l’aver impostato la propria campagna elettorale in tal senso sia stato il grande errore del Partito Democratico – ché piuttosto che pensare alla Meloni e alle sue posizioni sarebbe stato il caso di creare delle proprie posizioni e proporre (o se non proporre, quantomeno pensare) una propria idea di futuro: è d’altra parte quello che manca a sinistra (considerando in questa sede il PD come una realtà di sinistra, quando sappiamo benissimo che non lo è) un’idea di futuro.
Ma Giorgia Meloni non è fascista.
Ci sarà (più di) qualche fascista dentro Fratelli d’Italia, ci sarà qualche fascista nella Lega, ci sarà qualche fascista qua e là per l’Italia ma non è Giorgia Meloni ad essere fascista: al miassimo parliamo di una politica reazionaria, ma cosa ci dovremmo aspettare dalla leader (dal leader?) di un partito di destra? La sinistra ha smesso di fare la sinistra, non la destra.
Preoccupante è, viceversa, lo sdoganamento strisciante del fascismo (dei suoi simboli, al momento) cui stiamo assistendo in questi tempi.
Niente più fogne, adesso si va in prima serata.
Enrico Montesano e la magletta della X Mas
Ex uomo di sinistra, Enrico Montesano da tempo fa parlare di sé per posizioni non troppo di sinistra.
E se le posizioni no vax possono essere considerate trasversali (e spesso si è incluso nel calderone no vax un po’ tutto ciò non fosse esattamente allineato alle letture mainstream legate alla pandemia) non può essere considerata trasversale la maglietta con cui è apparso durante una clip delle prove per Ballando con le stelle.
Una maglietta nera della formazione militare fascista X Mas con sulle spalle il motto dannunziano: “Memento audere semper”.
Dopo il polverone sollevato (dalla Lucarelli, come spesso accade in Italia), la Rai non ha atteso molto – stte ore, qualcuno fa notare – ad espellere Montesano (uno che – su Mussolini – dichiarava nel 2018: “Penso che lui sia stato un uomo che voleva bene agli italiani, che voleva aiutare gli italiani, ma ha una macchia indelebile troppo grave che sono le leggi razziste, le leggi razziali, su questo non lo perdono”) che, a sua volta, si è dapprima scusato tramite Facebook.
Per poi annunciare battaglie legali:
Fare semplice autocritica sembra diventato impossibile.
“Non sono fascista ma…” diviene paradigma ed è questo che deve preoccuapre, più che la Meloni
Micol Incorvaia e faccetta nera
Così come deve preoccupare (sempre un minimo, sia chiaro, per adesso sfioriamo la farsa) il canticchiare di Micol Incorvaia nella casa del Grande Fratello VIP.
Dinnanzi allo specchio, truccandosi, la 29enne s’è trovata a canticchiare qualche verso di ‘Faccetta Nera’, come se niente fosse.
Squalifica x Micol che canta Faccetta Nera, inno al fascismo, la più brutta pagina della Storia italiana. Pessimo messaggio per milioni di telespettatori. In Italia l'apologia di fascismo è reato. Fuori subito#gfvip @GrandeFratello @GiuliaSalemi93 #nikiters #gintonic #donnalisi pic.twitter.com/3cpheez3Yp
— Polletta del Mc ? (@innazitutto) November 10, 2022
Tre edizioni fa (era il 2020) la sorella maggiore Clizia fu espulsa dal gioco per offese di stampo mafioso nei confronti di Andrea Denver (“Pentito, Maledetto, sei un Buscetta”).
Stavolta la minore evoca – sicuramente senza dare un peso specifico al suo cantare – ma tant’è – il fascismo.
Non sappiamo se in questo caso verranno presi provvedimenti (il serale del GF andrà in onda stasera) ma rimane il fatto che simboli di un passato che la storia ha giudicato e bocciato tornano con sempre più frequenza.
Quello è preoccupante al di là della farsa.
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