A Bologna, a due passi da piazza Maggiore e dalle due Torri, si trova una dimora nobiliare realizzata per ospitare un papa (Gregorio XIII). Si tratta del palazzo Boncompagni (ora Benelli) collocato in via del Monte 8, e simbolo del Rinascimento bolognese e custode della storia del suo pontificato ancora ricca di fascino e storia. Quest’anno si è celebrato il 450 esimo anniversario della salita al pontificio di Ugo Boncompagni che divenne Gregorio XII, dove rimase per ben tredici anni fino al 1585. In occasione di quest’avvenimento, la Fondazione Palazzo Boncompagni ha presentato una serie d’incontri e visite guidate per il pubblico.
Il palazzo Boncompagni fu realizzato per iniziativa di Cristoforo Boncompagni, padre di Ugo, poco dopo Bologna che fu passata alla signoria della famiglia Bentivoglio allo Stato della chiesa, poiché seconda città d’importanza dopo Roma. Era nella Bologna del Rinascimento, periodo in cui c’erano molte superstizioni e credenze e si narra che Boncompagni abbia incontrato una zingara. Quest’ultima gli disse che avrebbe costruito un palazzo che avrebbe ospitato un papa e così lui ci credette e si mise a lavoro. Il palazzo fu attribuito all’architetto Baldassarre Peruzzi e il completamento del palazzo sia esterno e sia interno potrebbe essere riferiti a Jacopo Barozzi, detto il Vignola. Dopo molti anni, quando Cristoforo morì (1546), si avverò questa profezia: la struttura ospitò Papa Gregorio XIII, già cardinale Boncompagni, nacque e visse fino al soglio pontificio nel 1572.
All’entrata è presente un grosso portone decorato, risalente al 1545, che rappresenta l’insegna papale di Gregorio XIII, Ugo Boncompagni. Si può ben notare il drago alato privo di coda, che suscitò stupore e anche critiche da parte dei maggiori oppositori. Infatti, era un animale da sempre visto come simbolo dell’anticristo, ma Giacomo, figlio di papa Gregorio si batté contro quest’accezione molto negativa e diffuse che il drago fosse una creatura dalla vista eccezionale. Quindi, capace di vedere distante dai pericoli e avrebbe vegliato sulla cristianità della famiglia.
Un’altra curiosità è quella della sala delle udienze del Papa. Quest’ultima, infatti, è abbellita da cinque affreschi posti sul soffitto, che rappresentano la storia di Davide e Golia, incorniciati da splendide grottesche e sfarzosi decori. Anche il camino centrale è dipinto con affreschi ricco di simboli religiosi e inoltre compare lo stesso drago alato.
Una delle principali caratteristiche del palazzo è il loggiato. Un elemento architettonico con suggestive arcate sostenute da due colonne in arenaria (materiale bianco principalmente originario del Sud Italia), con fusto decorato in rilievo con motivi e fogliame attribuito da Jacopo Barozzi detto il Vignola. Il loggiato risale al 1700 ospita uno dei più begli alberi di Magnolia, oggi presenti in tutta Bologna.
Infine, non si può non citare la scala elicoidale che fa accedere al piano nobile del palazzo, attribuita anch’essa al Vignola (esponente della corrente del Manierismo). La scala realizzata in marmorino madreperlato ha una forma che ricorda quella della conchiglia, simbolo di San Giacomo (proprio come omaggio a Giacomo Boncompagni, figlio del papa). Dall’ultimo piano si possono ammirare le due Torri di Bologna, mentre dal basso si può osservare un piccolo oculo dal quale entra la luce.
Insomma, sicuramente una visita cui vale la pena partecipare se si è soprattutto appassionati di arte, architettura che si mischia con quella del 1500 e 1700 e un po’ di antiche leggende che rende il tutto molto più affascinante. Non mancano alcune opere di Michelangelo Pistoletto, artista che mette in connessione scienza e religione con l’arte.
Si può visitare tutti i sabati (tre visite guidate 45 minuti). Orari: 16-17, 17-18, 18-19
O le domeniche (tre visite guidate) orari: 10-11, 11-12, 12-13
Tariffe: biglietto intero 10 euro mentre ridotto 7.
Si può prenotare online su www.palazzoboncompagni.it
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