NonSolo.TV intervista Antonio Bacciocchi: “La musica nasce ad imitazione del suono animale”

‘Crocodile Rock-Storie, aneddoti curiosità e tutto ciò che unisce musica e animali’ (Hoepli Edizioni) è il titolo della nuova opera editoriale pubblicata da Hoepli dai giornalisti e scrittori Ezio Guaitamacchi e Antonio Bacciocchi. Un volume che raccoglie tutto il legame creativo, artistico e culturale tra storia della musica e mondo animale. Curiosità, aneddoti e genesi di alcuni dei più grandi testi della storia del rock ispirati dagli amici a quattro zampe in un escursus divertente e dettagliato tra nomi di band, canzoni e sonorità provenienti dal mondo faunistico.

D: In “Crocodile Rock” sembra essere calati in universo di parole, aneddoti e storie, vasto ma estremamente dettagliato riguardante il legame tra musica e animali. Quanto tempo hai impiegato per la raccolta di immagini, stesura , e ricerca del materiale ?

R: Alla fine ci sono voluti un paio di anni anche perché è un universo senza fine. Ad ogni artista, ad ogni voce, ne salta sempre fuori un’altra, un aneddoto nuovo, una curiosità, una foto. E tante cose inedite che ci hanno divertito e appassionato, tra cui poi è stato necessario fare una selezione.

D: Sfogliando il volume si evince che il lavoro di scrittura è stato affiancato anche ad un percorso di ricerca antropologica, alla ricerca del famoso legame che unisce l’uomo alla natura, ai suoi suoni, alla sua primordiale origine della scoperta delle sonorità. Che influenza ha avuto l’habitat e il contesto nel corso della storia, per creare le varie sonorità?

R: Un’influenza basilare, soprattutto ai primordi quando la musica è sostanzialmente nata ad imitazione dei suoni animali. Pensiamo ad esempio alle basi ritmiche che accompagnano le musiche popolari mongole, caratterizzate da un incedere “galoppante” che richiama il mezzo di trasporto più diffuso da quelle parti per centinaia di migliaia di anni, il cavallo. Allo stesso tempo la musica nord africana è sinuosa e ondeggiante come il passo di un cammello.

D: Il libro affronta poi in due capitoli anche le battaglie ambientaliste e in favore del mondo vegan di varie rockstar e musicisti. Cosa spinge un artista nel intraprendere questo percorso di scelta etica e morale?

R: Sono percorsi molto personali e il più delle volte non connessi all’attività musicale, ad esempio Joan Jett delle Runaways ha scelto la dieta vegetariana per mantenersi in forma durante i lunghi tour in cui non riesci a mangiare regolarmente e in modo sano. La scelta vegetariana è sempre più “obbligatoria” se vogliamo sperare di salvare il pianeta. Il fatto che a consigliarlo siano persone spesso così influenti sui giovani ci lascia qualche speranza in tal senso.

D: C’è un periodo nella storia della musica, in cui si sono concentrati maggiormente gruppi con nomi di animali, oppure ognuno ha una fase propria, diversa l’una dall’altra?

R: Direi che i Beatles, con il riferimento più o meno diretto allo scarabeo, hanno influenzato parecchi gruppi in tal senso (soprattutto in Italia, dove negli anni 60 è una valanga di “complessi”, come si chiamavano allora, con nomi di animali). Loro stessi hanno cercato il nome di un insetto ispirandosi ai Crickets (i grilli) del loro idolo Buddy Holly.

D: Indissolubile è anche il rapporto delle star della musica con i propri animali. Cè un amore o rapporto che ti ha particolarmente colpito personalmente?

R: Le rockstar probabilmente, abituate ad essere circondate da centinaia di persone non sempre disinteressate, trovano negli animali uno dei pochi esseri sinceri che dona loro amore, affetto e fedeltà, incuranti del loro conto in banca o popolarità. La lista è lunghissima dal maniacale rapporto tra Michael Jackson e la scimmia Bubbles, all’amore per la sua Martha, una cagnolona bobtail, di Paul McCartney che le dedicò il brano dei Beatles “Martha my dear”.

Sergio Cimmino


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