Il primo pomeriggio di Rai 5 si tinge di animali domestici. Viene proposto infatti il monologo Blemie. Il testamento di un cane di Eugene O’Neille.
Non si tratta delle solite opere proposte dal palinsesto. Eugene O’Neill era uno scrittore e drammaturgo statunitense. Nel 1936 vince il premio Nobel per letteratura e scrive un pezzo pezzo storia del teatro negli USA. Ma oltre alla passione per le parole era amante dei cani. Nel 1929 per ben 11 anni tiene in casa con sè un cane Dalmata, acquistato durante un viaggio in Francia. Il suo nome era Blemie. Poco prima che il cane passasse a miglior vita O’Neill scrive il suo testamento, un modo carino e affettuoso di lenire il dolore di sua moglie per la morte del loro amato cane considerato più di un figlio (spesso definito “l’unico figlio riuscito” , “il figlio più gradevole e divertente, il più grato”). Lo scrittore redige un testo molto emozionante, al contempo tenero e ironico. Come se desse in un certo qual modo voce ai pensieri del cane con saggezza e semplicità.
L’attore solista dell’opera (facente parte dei monologhi a cura di Eugene O’Neill, a cura di Enzo Mauri) è Renzo Palmer. La traduzione è di Teresa Rivera, la regia di Guido Stagnaro. Le scene sono di Antonio Locatelli.
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