E’ scomparso all’età di 88 anni Jean Paul Belmondo, attore che aveva incarnato lo spirito rivoluzionario della Nouvelle Vague, con la sua faccia simpatico mascalzone che si prestava a tanti ruoli dai drammatici, fino a quelii più comici. La triste notizia è stata annunciata dal suo avvocato Michel Godest, il quale ha dichiarato che l’attore è deceduto nella sua abitazione a Parigi ed era molto affaticato. Nato Neuilly-sur-Seine il 9 aprile 1933, Jean Paul era figlio di un rinomato scultore di origini italiane e propenso a intrapredere la strada per la musica. Iniziò infatti a studiare al Conservatorio, ma la sua straordiaria poliedricità e personalità lo portarono a calcare il palcoscenico. Debuttò a soli 18 anni per poi diventare un’icona del cinema francese diventando uno degli attori più richiesti in Europa. Ecco le sue 5 migliori interpretazioni.
1-Fino all’Ultimo respiro
Fino all’Ultimo respiro di Jean-Luc Godard diventò un manifesto principale della Nouvelle Vague e che segnò la rivoluzione del cinema francese. Questo grazie al protagonista interpretato che vede aumentare le sue proposte di lavoro diventando uno degli attori pià richiesti in Europa. E’ stato uno dei debutti più impressinanti di sempre poichéfu un occasione importante per la nascita di una lunga e florida carriera.
2. Borsalino
Nella pellicola Borsalino di Jacques Deray raggiunse la sua massima popolarità grazie all’interpretazione di Francesco Cappella, malvivente diventato uno dei gangster della malavita marsigliese. Quest’ultimo incontra il socio d’affari, Roch Siffredi, interpretato da Alain Delon con cui si presta ad attività illegali tra cui prostituzione, incontri di boxe, gioco d’azzardo. I due da sempre concitati come rivali del cinema francese diventano una coppia storica su cui contare molte antologie.
3. Charlotte et son Jules
Film che permise a Belmondo di raggiungere la vetta più alta dei grandi divi del cinema, guadangandosi il soprannome di Bebel dal pubblico francese. Star bottegino degli anni ’60 e ’70, la sua faccia dall’aspetto un po’ bistrattato che lo vedevano come l’amico rassicurante e simpatico rispetto al super perfetto Alain Delon. Insomma, riuscì a conquistare l’animo degli spettatori.
4.La mia droga si chiama Julie
In questo capolavoro romantico-thiller, François Truffaut tratta il tema della conoscenza, dell’erotismo e della passione quello creato tra i due protagonisti interpretati da Jean Paul Belmondo e Catherine Deveuve. Grazie a questi ruoli, divennero i sex symbol principali di fine anni ’60 inizio ’70. Lui ricco produttore di un’impresa di tabacco e lei Julie Russel, la donna che lo raggiunge a Parigi per sposarlo e dopo un’intensa convivenza, scappa con il patrimonio. Una storia interessante e piena di intrighi che appassionarono il pubblico dell’epoca, che vedeva i due personaggi come tanto seducendi quanto problematici.
5. Asfalto che scotta
Bellissimo noir in bianco e in nero di Ghislain Cloquet con le musiche di Georges Delerue, che fanno da sfondo a una Parigi grigia ma misteriosa. I protagonisti calpestano l’asfalto rovente (che brucia di tradimento e solitudine) non possono fuggire da uno scenario di vita già fallito. Grande protagonista il realismo che lo rende amaro ma essenziale e senza troppi “vaneggi”.
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