Sta suscitando molta commozione nel mondo del cinema la morte di Kim Ki-duk, il cineasta sudcoreano autore di pellicole apprezzatissime dal pubblico, tanto da considerarlo legittimamente uno dei migliori registi asiatici contemporanei.
Kim Ki-duk è deceduto all’età di 59 anni in seguito a complicazioni legate al contagio da Covid-19. A dare la notizia della sua morte è stato il regista russo Vitalij Mansky, direttore dell’ ArtDocFest/Riga, che ha confermato il decesso del collega sudcoreano all’ospedale della capitale lettone, dove era ricoverato. Kim Ki-duk era giunto in Lettonia per acquistare una casa a Jurmala, nota località marittima del Paese dell’Est Europa.
Alcune opere del compianto regista – vincitore anche del Leone d’oro e del Leone d’argento al Festival di Venezia, oltre che del premio Un Certain Regard al Festival di Cannes – sono diventate dei veri e propri “cult” per gli appassionati di cinema.
Tra i suoi film più noti c’è sicuramente “L’Isola”, pubblicato nel 2000, che ottenne un grande successo al Festival di Venezia.
Altro grande successo è “Ferro 3 – La casa vuota”, da molti considerato come il punto più alto della sua produzione artistica: non a caso la pellicola permise a Kim Ki-duk di vincere il Leone d’argento per la miglior regia alla 61ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e di ottenere anche una candidatura al David di Donatello come miglior film straniero.
Infine, un’altra opera notevole del regista è “Pietà” (2012), vincitrice del Leone d’Oro.
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