Paolo Rossi ci ha lasciato. È mancato questa notte, in seguito a una malattia incurabile. Il calcio e l’Italia intera piangono chi li ha fatti sognare, il simbolo della nazionale Mondiale del 1982
Pablito vivrà dentro di noi, rimarrà l’eroe popolare dei tempi felici nel mondo dello sport. Federica Cappelletti, la moglie di Paolo Rossi, annunciando la sua dipartita ha detto parole che non dimenticheremo.
“Paolo non voleva andarsene, ha lottato fino all’ultimo. Continuerà a vivere dentro di noi, il suo sorriso mi ha fatto innamorare, non ci lascerà mai“
Paolo Rossi nella cultura popolare, uno di noi
Lo rivedremo correre sul campo, rimarrà un mito per tutti. L’estate indimenticabile dell’82 non se ne andrà dalla nostra mente e dal cuore. “Una persona unica, meravigliosa“, come ricorda Federica Cappelletti, moglie di Paolo, che ha vissuto accanto a lui fino all’ultimo momento.
Ex attaccante nel 1982 fu capocannoniere del Mondiale vinto dagli Azzurri di Bearzot, vincendo anche il Pallone d’oro. Morto a 64 anni per un male incurabile.
In quella estate del 1982 l’Italia intera, tutta unita, nella vittoria, scese in piazza a festeggiare. Il presidente Pertini volle essere in tribuna al fianco del re di Spagna.
Un centravanti da area di rigore
Paolo Rossi era un centravanti da area di rigore che viveva per il gol. Prima al Vicenza, poi al Perugia e quindi alla Juventus, i suoi anni migliori. Tre gol al Brasile, due alla Polonia, uno alla Germania in finale. L’Italia conquistò il terzo titolo di campione del mondo.
Pablito passò quindi al Milan prima di chiudere la carriera a Verona. Divenne quindi opinionista per Mediaset e la Rai. Lascia la moglie, Federica, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.
Paolo Rossi, la commozione per il ragazzo dell’82
“Paolo Rossi… era ragazzo come noi“. Antonello Venditti lo immortalò nella sua canzone del 1986 ‘Giulio Cesare‘ e gli tributò la gratitudine dell’Italia per l’impresa del 1982
La Figc ha abbassato i vessilli nella sua sede romana, bandiere a mezz’asta in via Allegri, e a Coverciano, la casa della nazionale, a Firenze.
La Lega di Serie A ha reso pubblico un messaggio: “Paolo Rossi ci ha fatto sentire orgogliosi di essere italiani, è stato l’eroe di tutti noi. La Serie A piange un immortale del nostro calcio, amato dal mondo intero“.
Giungono altri riconoscimenti: il sindaco della sua città natale, Prato, Matteo Biffoni: “Ciao Paolo. E grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato“. Matteo Renzi: “Nei nostri cuori per sempre” Matteo Salvini: “Buon viaggio grande campione“.
I tre gol al Brasile fanno parte della storia del calcio
Pablito è morto a Siena all’ospedale Le Scotte dove era ricoverato da tempo. Rossi lottava da anni contro un male incurabile, secondo alcune fonti un tumore ai polmoni, tre mesi fa era stato sottoposto a un intervento chirurgico all’ospedale la Gruccia di Montevarchi.
Paolo Rossi non era una “Pop Star” come tanti calciatori attuali. Aveva anche partecipato a “Ballando con le Stelle” ma così, alla sua maniera, con il sorriso tra le labbra.
Aveva un fiuto del gol eccezionale che gli permetteva di essere sempre al punto giusto nel momento giusto. Come in quell’indimenticabile con il Brasile di Zico nei quarti di finale del Mondiale 1982.
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