La vicenda delle gemelle siamesi Ervinia e Prefina va in onda stasera a Sette Storie
Anche stasera, 10 Agosto 2020 andrà in onda Sette Storie, condotto da Monica Maggioni. Il format è un approfondimento giornalistico su notizie di attualità, sorprendenti e inaspettate, dopo lo “tsunami” del Covid-19.
L’episodio di stasera nello specifico sarà dedicato a un caso molto particolare. La vicenda delle due gemelline Ervinia e Prefina è stata uno dei traguardi più importanti raggiunti dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
La vicenda delle gemelle siamesi Ervinia e Prefina
Al momento della nascita di Ervinia e Prefina, i dottori si sono subito accorti che il problema era decisamente molto serio.
Le due gemelle erano infatti non soltanto siamesi, ma craniopagi. In questa particolarissima malformazione il corpo di uno dei due gemelli si sviluppa parzialmente ed è unito per la testa a quello dell’altro. Questo perché nel ventre materno i gemelli non riescono a separarsi come dovrebbero e rimangono, quindi, attaccati per il cranio.
In genere, in questi casi il gemello più debole può essere ridotto a una sola testa, senza nessun corpo a sostegno.
Nella vicenda delle gemelle siamesi Ervinia e Prefina invece le bambine erano collegate per la parte posteriore del cranio. Avevano cioè due cervelli separati, ma le stesse ossa craniali e lo stesso sistema venoso.
Un intervento difficile per separare le gemelline siamesi
Le due bimbe, di origine africana, sono state affidate alle cure di un team di ricercatori e specialisti dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
Per oltre un anno lo staff dell’ospedale ha pianificato l’intervento. I medici hanno usufruito di tutte le più moderne tecnologie. L’obbiettivo era quello di riuscire a separare le bambine senza danneggiarle. E, nel contempo, garantendo a entrambe una vita serena e in salute.
Dopo innumerevoli controlli, ricostruzioni, simulazioni ed esami, finalmente i medici hanno operato le bambine.
L’intervento è stato lungo, difficoltoso e molto delicato. Ma per fortuna tutto si è risolto nel migliore dei modi. Oggi le due bimbe stanno gradualmente abituandosi a una vita indipendente. Portano ancora le cicatrici dell’intervento, ma in generale sembrano aver reagito bene alla separazione.
“E’ stato un miracolo”, ha dichiarato la madre delle due piccole, Ermine. “I medici hanno resuscitato le mie bambine. E ora spero che sia Papa Francesco a battezzarle.”
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