Alla scoperta di Aida, l’opera più famosa di Giuseppe Verdi
Aida è probabilmente una delle opere più conosciute e amate del Maestro Giuseppe Verdi.
Ambientata nell’antico Egitto racconta la storia travagliata e piena di passione della giovane principessa etiope Aida, prigioniera degli Egizi, e del condottiero Radames.
L’opera fu realizzata da Verdi in occasione dell’apertura del Canale di Suez nel 1860. Il viceré Isma’il Pascià commissionò a Verdi un’opera che avesse tutta la magnificenza della tragedia e celebrasse la grande storia dell’Antico Egitto.
Aida, la figlia del re Etiope Amonastro, vive in Egitto dove viene trattata come una schiava dopo essere stata catturata da una spedizione militare. Gli egizi ignorano la vera identità della ragazza ma suo padre sta segretamente progettando un’incursione in terra nemica per liberarla.
Aida è unita da un amore impossibile al guerriero egizio Radames, che la ricambia. Tuttavia fra di loro si frappone la principessa Amneris, figlia del Faraone e a sua volta innamorata di Radames.
Proprio il padre di Amneris incarica Radames di andare a combattere contro le truppe di Amonastro. Amneris, intuendo che fra la sua serva e il giovane soldato ci sia qualcosa di più di amicizia, spinge Aida a tradirsi e poi la costringe a guardare mentre l’esercito di suo padre, in catene, viene condotto in Egitto.
La protagonista può così ricongiungersi ad Amonastro, che ha finto la sua morte sul campo di battaglia. Su richiesta di Radàmes, il Faraone concede la libertà al loro popolo. Tuttavia, dietro consiglio del visir Ramfis, trattiene Amonastro e sua figlia come ostaggi. Radames è costretto a prendere in moglie Amneris, nonostante non la ami.
Amonastro, assetato di vendetta, spinge Radames a rivelare ad Aida dove si trova nascosto l’esercito egiziano. Il giovane guerriero, sconvolto, ammette pubblicamente il suo tradimento e si consegna alle guardie del Faraone.
Amneris implora invano Radames di invocare pietà, ma lui accetta con stoicisimo la sua condanna; il Faraone ordina di seppellirlo vivo nelle catacombe. Una volta solo, il guerriero scopre con stupore che Aida lo ha seguito di nascosto; la fanciulla preferisce morire insieme con il suo amato che vivere sapendolo morto. La terra inghiotte i due amanti, con disperazione e scorno di Amneris, che è rimasta sola.
Dalla data della prima rappresentazione, nel 1871, l’Aida ha conosciuto un successo senza fine. In teatro una rappresentazione particolarmente celebre è quella di Franco Zeffirelli, che la diresse nel 2010 all’Arena di Verona.
Verdi curò molto l’aspetto storico di questa sua opera. I costumi e le ambientazioni si ispirano ai bassorilievi originali dell’Antico Egitto. Anche nell’orchestra il Maestro ricreò degli strumenti simili a lunghe trombe, in uso nell’Egitto dei Faraoni. Il risultato è un suono trionfale, solenne, che trasporta lo spettatore indietro nei secoli restituendo tutta la grandezza dell’epoca Faraonica.
In realtà Giuseppe Verdi aveva realizzato anche un’overture per l’Aida che avrebbe dovuto accompagnare la prima messa in scena italiana alla Scala di Milano. Al momento della rappresentazione, però, il Maestro decise che il preludio originale non avesse bisogno di altri preamboli.
Verdi scrisse il ruolo di Aida appositamente per la cantante Teresa Stolz. Molti erano convinti che fra la celebre soprano e il Maestro esistesse una relazione clandestina.
Nel 1953 Clemente Fracassi diresse un adattamento cinematografico dell’opera, con Sophia Loren nei panni di Aida. Nel 2001 è invece la volta di “Aida degli alberi”, per la regia di Guido Manuli. In questa particolare versione animata, l’ambientazione si svolge in un mondo fantasy. Aida è una scimmia azzurra e Radames un gatto antropomorfo. Le musiche sono di Ennio Morricone.
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