Achille Lauro continua a far parlare di sé. Dopo l’abbigliamento provocatorio al Festival di Sanremo 2020, il cantante sta facendo discutere per un poster che lo ritrae in versione Barbie in stivali di lattex fino al ginocchio sopra ad un crocifisso fatto di Big Babol. L’immagine in questione non è mai stata resa pubblica e doveva pubblicizzare l’arrivo dell’album 1990, previsto per il 24 luglio 2020. L’artista ha poi parlato di una “censura” quasi incomprensibile per la mancata affissione in Corso Como a Milano.
“A Milano è stato impedito di affiggere suo maxi-cartellone promozionale per il nuovo album”, ha scritto Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro su Instagram. Il cantante nato l’11 luglio 1990 ha poi pubblicato lo scatto “censurato”, scrivendo in didascalia “Me ne frego”, in riferimento al suo brano presentato a Sanremo 2020.
Dopo poche ore, è arrivata la risposta del Comune di Milano che ha precisato in un comunicato che l’affissione in Corso Como è stata impedita perché “non è un impianto pubblico ma privato”. Inoltre, stando al Comune del capoluogo lombardo, i manifesti pubblicitari e la creatività dovrebbero rispettare le normative locali in materia di tutela d’infanzia e sensibilità riguardo il credo religioso. Quindi, il Comunce di Milano ha ritenuto il manifesto semplicemente inadatto, ma questo non dovrebbe rappresentare ostacolo per Achille Lauro, che sa sempre come usare la provocazione in termini di marketing.
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