La carriera della giovane Millie Bobby Brown è in ascesa.
Dopo averci deliziato in ‘Stranger Things’, dove interpreta Eleven, Millie, ad appena 16 anni, sarà la protagonista del film, incentrato sulla vita della sorella minore del famoso investigatore Shelock Holmes, interpretato da Henry Cavill e Helena Bonham Carter nei panni di sua madre.
‘Enola Holmes’, in uscita a settembre su Netflix, è basato sulla collana di libri scritta dall’autrice statunitense Nancy Springer, che raccontano della super dotata sorella del più famoso Holmes.
Tuttavia, l’amministrazione dell’eredità del creatore di Sherlock Holmes Sir Arthur Conan Doyle, sembra non aver preso bene la cosa, dato che ha citato in giudizio Netflix, la Spinger e la sua casa editrice per violazione del copyright.
Già nel 2014 era stata imbastita una causa inerente ai diritti d’autore dell’investigatore più sagace di Londra, che ha avuto come risultato quello di rendere di dominio pubblico tutte le opere realizzate prima del 1923 e garantendo il copyright alle ultime 10 storie, pubblicate tra il 1923 e il 1927.
Ora gli eredi di Doyle tornano all’attacco, con una citazione di ben 19 pagine presentata nel tribunale del New Mexico, attaccando la piattaforma streaming e basando le loro accuse sull’evoluzione di emozioni che il personaggio principale ha nei diversi racconti.
Si sostiene che l’autore fu profondamente colpito dalla perdita del fratello e del figlio nella prima guerra mondiale e quando tornò a scrivere di Holmes creò “nuovi tratti caratteriali significativi” sia per il detective che per il suo assistente Dr Watson. Includendo in Enola Holmes questa rappresentazione del detective, in questa chiave emozionale rivisitata si reclama la violazione del copyright.
Rimane da capire se le motivazioni portate avanti dagli eredi troveranno un appiglio legislativo.
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