Stasera, 11 giugno, andrà in onda in prima serata, su Rai 3 alle ore 21.20, ‘Ogni cosa è illuminata’.
Datato 2005, è il primo film dietro la macchina da presa di Liev Schreiber.
Si tratta della trasposizione cinematografica dell’autobiografia omonima scritta da Jonathan Safran Foer, interpretato da Elijah Wood, Eugene Hutz e Boris Leskin.
La trama del film vede Jonathan Safran Foer che, partendo da una vecchia fotografia, decide di intraprendere un viaggio, che lo coinvolgerà a livello fisico quanto a livello spirituale, per cercare la donna che, durante la Seconda Guerra Mondiale, salvò la vita a suo nonno in un villaggio in Ucraina, nascondendolo all’interno di un raid nazista.
Durante questo ritorno al passato, Jonathan verrà aiutato da un ragazzo ucraino, Alexander, e da suo nonno, entrambi collaboratori con un’agenzia che si dedica al ritrovamento di parenti ebrei degli americani benestanti scomparsi durante la Shoah.
Anche il nonno di Alex ritroverà la sua storia necessariamente rimossa e sarà per lui qualcosa di devastante. Ognuno troverà la pace nello stabilire un nuovo rapporto con gli eventi, accettando la propria appartenenza con il mondo ebraico, e le tombe degli avi saranno ricoperte simbolicamente da quella terra che li ha visti crescere.
Il film, come il libro, regala dialoghi profondi e riflessivi, con frasi che sono rimaste alquanto indelebili.
In questo momento di lotta al razzismo, con le cocenti proteste in tutto il mondo, alcune frasi contro l’odio di questa pellicola è utile citarle.
“Un giorno farai per me cose che hai in odio. È questo che vuol dire essere una famiglia”.
O ancora: “Ogni vedova si sveglia ogni mattina, forse dopo anni di un lutto puro e inossidabile, per rendersi conto di aver trascorso una bella nottata di sonno, e di poter fare colazione, e di non sentire il fantasma del marito ininterrottamente, ma solo a tratti. Al suo dolore subentra un’inutile tristezza. Ogni genitore che ha perso un figlio troverà il modo di tornare a ridere. Il timbro si sbiadisce. La lama si smussa. Il dolore si affievolisce. Ogni amore è scolpito nella perdita. Il mio lo è stato. Il tuo lo è. Lo sarà quello dei tuoi pro-pro-pronipoti. Ma noi impariamo a vivere in quell’amore”.
Non ci resta che sintonizzare le nostre televisioni e guardare questa bella pellicola e riflettere sulla stupidità e crudeltà del razzismo.
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