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Shopping e negozi dopo il lockdown: ecco cosa cambierà durante la fase 2

La “fase 2” della quarantena inizierà tra poco più di una settimana e l’obiettivo primario sarà quello di far ripartire le attività, facendo in modo da contenere numero dei contagi.

Innanzitutto, l’esigenza di tornare a fare shopping dovrà coordinarsi con il distanziamento sociale; da qui, c’è da aspettarsi un radicale cambiamento del rapporto con i commessi e della vendita assistita.

D’altra parte, si vedrà un’impennata e un incremento del commercio elettronico, con la conseguenza che gli acquisti, effettuati comodamente dal nostro divano, verranno impostati similarmente ad un giro tra i negozi, rendendoli un’esperienza gratificante.

Dovrà tenersi a mente che, gli acquisti dei consumatori non devono essere visti come semplici bisogni da soddisfare, ma, piuttosto, trovare un equilibrio tra l’impossibilità di un contatto diretto con la personalizzazione delle varie esigenze.

Anche i sistemi di pagamento saranno interessati da un grande cambiamento.

In Italia, a differenza di altri Paesi, fino a qualche tempo fa, il pagamento di piccole somme (biglietto del tram, giornale), attraverso strumenti wireless, era difficilmente concepibile.

La situazione attuale impone, invece, di preferire queste modalità di pagamento per evitare la circolazione di denaro contante che potrebbe essere un vettore di trasmissione del coronavirus.

La crisi potrebbe paradossalmente ricostruire.

Finora piccoli negozi sfiancati dalla concorrenza della grande distribuzione e dei centri commerciali, senza alcuna presenza su Internet o poco abituati al commercio elettronico, rischiavano di scomparire uno dopo l’altro.

Il cambiamento potrebbe essere dietro l’angolo: il mezzo è la consegna a domicilio o home delivery.

L’home delivery è il passaggio, prima di tutto culturale, dal negozio fisico statico al negozio dinamico.

L’esercente, che venda salumi, occhiali o abiti da sera, sarà portato, all’indomani della fine della pandemia, a ripensare il proprio business. Non sarà più il cliente a dover entrare in negozio (o perlomeno non farà più sempre e solo quello), ma sarà l’esercente a dover andare con maggiore frequenza dal cliente. Una parte delle risorse umane impiegate per stare dietro il bancone potrebbe essere riconvertita per le consegne a casa. Con il vantaggio, inoltre, di essere radicato nel territorio, conoscere personalmente il cliente, ed instaurare con lui una relazione diretta e fisica.

Flavia Nicolosi

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