L’argomento più dibattuto in questo periodo è, senza dubbio, la pandemia dovuta alla diffusione del Coronavirus e tutte le conseguenze a livello globale che questa ha comportato.
Ad essere interessato, da questa fase storica, è, tra gli altri, il mondo pubblicitario;
partendo dalla visione di un video postato, qualche giorno fa, da un utente di Youtube, dopo pochi frame è possibile rendersi conto della chiara somiglianza di spot pubblicitari riguardanti diversi prodotti.
I marchi o brand che appaiono nel video sono grandi colossi dell’economia mondiale, come ad esempio Apple, Samsung, Uber e Amazon, per citarne alcuni; tuttavia, nonostante questi giganti si occupino di prodotti molto differenti tra loro è evidente la scelta di sponsorizzarli in modalità quasi identiche.
Partendo dalla scelta della musica (melodie suonate al pianoforte molto lente), dalle location (caratterizzate da scenari totalmente deserti) e gli slogan ripetitivi, quasi fossero ritornelli di canzoni (“Take care of people”, “Together” “Especially now”, “Family” “Today more than ever” “In these times of unchertainty” “We still find ways to stay close even we’re apart”) è palese la similarità.
Questa riconosciuta analogia, derivante dall’esigenza di frasi rassicuranti dovuta al periodo, potrebbe avere l’effetto inverso, e generare nel consumatore un senso di fastidio verso modelli simili e non personalizzati.
La solidarietà richiesta alla popolazione mondiale non dovrebbe sacrificare lo spirito creativo, competitivo e diversificato tipico del marketing.
Piuttosto, il mercato della pubblicità potrebbe guardare le diverse prospettive ed esigenze che via via emergono tra i diversi utenti, in particolar modo al giorno d’oggi, dato il bisogno di affermazione dell’uomo in tempi così incerti.
Clicca qui per seguire NonSolo.TV su Instagram
Clicca qui per seguire NonSolo.TV su Google News