Cinema e Serie Tv

Disney+ e la censura del lato B di Daryl Hannah nel film del 1984 Splash: è polemica

A pochi giorni dall’ufficialità della piattaforma streaming Disney+, i gestori hanno già deciso di intervenire su alcune pellicole considerate non idonee ai bambini. Il nuovo amministratore Bob Chapek ha infatti stabilito di ritoccare alcune scene di nudo integrale di un film datato 1984, all’epoca indicato adatto ai bambini dai 13 anni in su. Tuttavia le modifiche riportate su alcune scene, non rendono merito alla protagonista stessa, Daryl Hannah. 

Modifiche ai capelli

Nel film l’attrice Daryl Hannah interpreta una sirena Madison, di cui è innamorato Allen, interpretato da Tom Hanks. Durante il film, la sirena viene inquadrata da dietro completamente nuda con i capelli al vento. A suo tempo quella scena più peccaminosa era stata considerata adatta per i bambini dai 13 anni in su. Adesso però a recriminare è Disney + che mette in atto delle soluzioni alternative. Soluzioni che però non sono state considerate fatte bene dal web. Su Twitter infatti quell’allungamento digitale dei capelli dell’attrice, fino a coprirne i pericolosi glutei é parso grezzo e fuori luogo.

La piattaforma ha sfocato il fondoschiena e addirittura ha posto in essere un taglio interno (operato attraverso uno zoom sul fotogramma).

Il commento dal piccolo e grande schermo

A sollevare il polverone alcuni utenti su Twitter che hanno fatto notare l’atteggiamento della piattaforma. In tal senso hanno detto anche la loro opinione autori e produttori del piccolo e grande schermo.

Ad esempio, Monica Rametta, autrice insieme a Ivan Cotroneo della serie Rai del 2017 Sirene, che si sono ispirati al film per la loro serie hanno così commentato: “Censurare nel 2020 la fisicità delle sirene è piuttosto antipatico, oltre che ridicolo anche perché la sirena esprime la sua femminilità proprio attraverso la nudità, naturale per un corpo che si muove in acqua”.

La rigidità Disney

In fondo è cosa risaputa che Disney assume sempre un atteggiamento rigido verso frasi o scene ritenute non consone al loro pubblico. Ora più che mai l’azienda ha considerato quindi l’idea di tutelare i nuovi clienti iscritti alla piattaforma streaming (che sono circa 50 milioni).

In passato c’erano stati altri casi di censura. Si pensi ad esempio a I Simpson, i cui episodi caricati sulla piattaforma hanno visto sparire dal novero la prima puntata della terza stagione perché incentrata su Michael Jackson all’epoca accusato di abusi su minori.

Alessia D'Anna

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