Pino Scotto è un personaggio iconico del rock in Italia.
Classe ’49, continua a fare concerti e nuovi progetti (l’ultimo è ‘Dog eat dog’) e a condurre un programma per Rock TV.
Adesso Rock TV è solo sul web, ma ricordo quando ero ragazzino e lo vedevo su Tele+ perché era una delle poche piattaforme che proponeva musica alternativa (ed io ero un piccolo alternativo).
Pino Scotto c’era e già allora era una icona.
E già allora sparava a zero contro un po’ tutti.
Proprio per questa passione di sparare a zero contro un po’ s’è preso in passato qualche insulto:
E chissà se se ne prenderà ancora.
Intervistato da ‘Rolling Stones’, ne ha avuto per tutti.
A partire da quelli che vengono definiti rock, in Italia:
“Mi sale un po’ la carogna quando sento dire che Ligabue è rock, che Vasco è rock. Il rock è una cosa completamente diversa. Fra un po’ Ramazzotti mette la chitarra distorta in un pezzo – che poi è sempre quello, perché scrive la stessa canzone da 40 anni – e diranno che si è messo a fare rock”.
E chi è rock? Uno dei pochi artisti italiani per cui non ha parole di critica, Caparezza:
“Caparezza è rock. Lo conosco bene, abbiamo anche fatto un brano insieme. Conosco la sua anima, il suo cuore, il suo valore artistico. C’è tanto rock nella sua musica, anche se non si sente”.
Quindi, un attacco ai talent e agli artisti usciti dai talent.
Per primi, questi ultimi:
“Mengoni cerca di fare Alex Baroni, la Marrone sembra Gianna Nannini con la diarrea, quando urla. Poi la Amoroso cerca di imitare la Pausini ed è pure stonata. Almeno la Pausini è intonata”.
Poi, sui talent in sé:
“Sono convinto che siano il suicidio dell’arte e della musica. Hanno fatto credere a questi ragazzini che basta cantare una cover per diventare famosi. Sai quanti ne ho incontrati, in tour, di questi ragazzini? Sono tutti in analisi, depressi, giustamente. Li fanno sentire delle star lì dentro. Tanto a loro che gliene frega? Finito un reality ne comincia un altro il giorno dopo. Ma il problema sono le persone che le guardano, ‘ste stronzate. Come quelli che parlano, parlano e poi il programma di Barbara d’Urso è seguitissimo”.
E se è facile sparare a zero contro due delle regine della tv mainstram tricolore (“La D’Urso e la De Filippi le metterei in galera per spaccio di demenza“) o contro l’indie (“Tommaso Paradiso scrive canzoni su armonie e melodie che Fred Bongusto componeva 40 anni fa, come Una rotonda sul mare. Non c’è niente di nuovo. Lo chiamano indie, ma è solo un pop di merda, squallido, triste”), più anticonfirmistico è attaccare un artista anticonformista come Achille Lauro: “Quello che coi vestiti fa concorrenza a Malgioglio? Secondo me Achille Lauro è il più grande bluff, la cosa più squallida venuta fuori insieme a Tommaso Paradiso”.
Molteplici sono gli ulteriori spunti offerti dell’intervista (Scotto – sostenitore pentastellato – si esprime anche sulla politica) ma in tal senso vi suggeriamo di andarvi a ripescare la intervista intera.
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