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Very Insta People, intervista esclusiva al fotografo Marko Morciano

La nuova puntata di V.I.P. è dedicata al mondo della fotografia e dei viaggi con un protagonista di assoluto spessore del mondo della comunicazione e delle arti visive. Parliamo di Marko Morciano, fotografo e travel blogger che ha percorso, raccontato e “vissuto” usanze e tradizioni di circa 18 paesi, cogliendone gli attimi, i visi, e le storie più vivide e forti. Quelle che rimangono impresse nella mente e che ha deciso di raccontarcele in questa intervista.

D: Marko. Come nasce la tua passione per la fotografia?

R: All’età di 9 anni trovai in casa dei miei genitori una vecchia fotocamera analogica, di quelle con il rullino che portavi dal fotografo per sviluppare le foto. Iniziai così, per gioco a scattare foto di qualsiasi soggetto. Ero affascinato da come da una “scatola” così piccola potessero venire fuori delle immagini, immagini che poi diventavano un ricordo un attimo dopo essere state scattate e sviluppate. L’idea di avere tra le mani un ricordo mi ha da sempre affascinato. Col tempo ho evoluto la mia fotografia e anche l’attrezzatura. Ho acquistato la mia prima fotocamera digitale, che mi permetteva di risparmiare sullo sviluppo del rullino e avevo i ricordi in digitale, ed è qui che si è aperta una nuova era, quella della fotografia digitale per l’appunto. Sono arrivati i primi programmi di manipolazione grafica, io utilizzavo già Photoshop a 12 anni, quindi grazie a questo la passione per la fotografia si è sempre fatta più forte.

Nel 2009 mi trasferisco a Lecce per lavorare come assistente fotografo inizialmente e per studiare comunicazione all’Università. L’anno successivo con i risparmi dei lavori che facevo ho acquistato la mia prima Reflex e ho continuato a lavorare come primo fotografo e poi come fotografo autonomo per artisti, eventi e per canali televisivi locali. Ho sempre perseguito la passione per la fotografia, fino ad oggi. Questa si è evoluta con me e anche in parallelo all’arrivo di Instagram. Infatti poi è arrivata la fotografia dei viaggi e sono riuscito a unire due tra le mie più grandi passioni.

D: Cosa rappresenta per te viaggiare e raccontare?

R: Ho iniziato a viaggiare relativamente tardi, non so se l’ho mai detto pubblicamente, ma il mio primo aereo l’ho preso a 25 anni, era fine dicembre 2016, Copenhagen. Non l’avevo mai preso prima perché non si era creata l’occasione, avevo viaggiato all’estero, ma in macchina, crociera e treno. Da quel dicembre 2016 qualcosa è cambiato e da allora non ho mai più smesso di viaggiare. Il 2017 è iniziato con una serie di viaggi che mi hanno fatto capire che quello che mi rendeva vivo più di ogni altra cosa era viaggiare.

Il 2018 è stato l’anno che ha confermato questa forte passione. Ho visitato più di 18 paesi in un solo anno e ho potuto vivere e confrontare culture differenti dalla nostra, incontrare persone fantastiche e assaggiare cibo diverso. Tutto ciò mi ha reso migliore, perché è proprio vero che quando si torna da un viaggio si torna con qualcosa in più che portiamo poi nel resto della vita sempre con noi.

Viaggiare apre la mente, ma non solo. Viaggiare espande i confini dei nostri limiti, ti permette di capire quanto si è piccoli di fronte al mondo intero. Viaggiare per me è un po’ come l’ossigeno, infatti quando sono per molto tempo fermo nello stesso posto inizio a sentirmi quasi inadatto, perché mi manca una parte naturale di me, che è quella del muovermi, di scoprire nuovi posti andando in esplorazione. Una delle cose che amo di più dei viaggi è proprio quella di meravigliarmi davanti a qualcosa che non conoscevo, oppure vederlo con i miei occhi dopo che l’ho vista in foto o in un video per molto tempo.

D: Un viaggio che non dimenticherai mai?

R: Questa è una delle domande che mi pongono più spesso ed è sicuramente tra le domande più difficili che mi siano state fatte. Un viaggio non lo si può paragonare a un altro, sembrerà banale, ma ogni viaggio ti dà qualcosa, ogni viaggio è un’esperienza diversa. Ti potrei dire qual è il viaggio che più mi ha cambiato dentro probabilmente, l’esperienza più forte che ho vissuto, quella più lunga… una tra queste è sicuramente il mio viaggio in Indonesia. Due settimane insieme ad altre 25 persone provenienti da tutti il mondo, io ero l’unico italiano. È stata un’esperienza forte e intensa, ho stretto dei legami che ancora oggi coltivo, anche se dall’altra parte del mondo. Vedere le persone del posto sempre sorridenti.

L’Indonesia è uno di quei posti che da piccolo mi sembrava impossibile raggiungere, era un piccolo sogno che ho realizzato, grazie al mio lavoro. Così come lo è stato New York, non lo dimenticherò mai perché mi hanno chiamato solo 5/6 giorni prima della partenza. Ho organizzato volo e hotel e richiesta dell’ESTA tutto di corsa, ma ce l’ho fatta. Quando mi trovavo con il naso all’in su ad ammirare i grattacieli di Manhattan o ad osservare lo skyline dall’Empire State Building o ancora mentre i miei piedi percorrevano il ponte di Brooklyn. È stato come vivere un sogno, ma era tutto reale. New York mi è rimasta dentro e infatti ci ritornerò presto.

D: Progetti per il 202o?

R: Per quest’anno sono pieno di buoni propositi e nuovi progetti. Uno tra questi è sicuramente fare qualcosa di più per la mia terra d’origine, la Puglia. Esattamente sono del profondo sud, il Salento. È una terra che amo e che seppur spesso in viaggio comunque mi tiene vicino anche quando sono lontano, perché è sempre bello tornare a casa, lì dove siamo nati e cresciuti. Io ho un rapporto molto forte con la mia terra e specialmente con il mio mare, sono cresciuto a pochi km dal mare e mi manca tanto.

Vorrei lavorare di più nel turismo e sulla de-stagionalizzazione. Il Salento si sa che l’estate resta una delle mete più ambite e popolate. L’estate scorsa è calato il turismo a detta di alcune ricerche, ma comunque ogni spiaggia era pienissima di turisti. Ecco, vorrei che la Puglia non fosse solo una regione “estiva”, ma che si scoprissero anche le molteplici bellezze durante le altre stagioni. Abbiamo uno dei mari più belli del mondo, ma non abbiamo solamente quello.

Tra gli altri progetti vorrei concentrarmi maggiormente sul mio progetto creativo tutto giallo, Ayellowmark. Nel 2019 Instagram l’ha riconosciuto come autorevole affibbiando il famoso badge blu e questo per me è stata una grande soddisfazione. È anche per questo motivo che vorrei riprendere a lavorare con più costanza su questo progetto e creare qualcosa come ho fatto in passato con le Ayellowmark T-shirt e Mugs. Vedremo..

Sergio Cimmino

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