In questi giorni di lockdown, mi è capitato di rivedere i cinque episodi di Final Destination.
Non avevo mai visto il quinto, mentre credo di aver visto il primo almeno una mezza dozzina di volte.
Dopo aver rivisto tutta la saga, ne sono uscito soddisfatto e devo dire che probabilmente solo il quarto (pensato soprattutto per il 3d) lascia veramente a desiderare: per il resto, pur nella sua tendenziale prevedibilità, si tratta di una saga assolutamente godibile (solo The Purge può competere – The Saw risultata sicuramente più ripetitivo) ed il quinto episodio proprio (che diventa sotto finale un inaspettato prequel) è probabilmente uno dei migliori.
Giunto alla fine della saga – girata nel corso di 11 anni (il primo episodio è del 2000, l’ultimo è del 2011: rappresenta un’ottima testimonianza dell’evoluzione, anche stilistica, nel corso degli anni ’00) – mi sono chiesto quindi come mai gli autori si siano fermati a cinque episodi, quando di norma si prova a fare business finché ce n’è.
E nello specifico, il business c’era tutto, avendo il film raccolto nelle sale oltre 650 milioni di dollari a fronte di budget mai superiori ai 40 milioni (anche se man mano che si è andato avanti i vari Final Destination hanno raccolto meno consensi / catalizzato meno spettatori).
Quindi ho fatto una ricerca, con parola chiave ‘Final Destination 6’.
In una dinamica che fa molto Final Destination, mi sono ritrovato dinnanzi ad articoli molto recenti (parliamo di metà marzo) in cui si parla dell’ipotesi di un possibile sesto episodio della saga.
E se in precedenza si era ipotizzato che Final Destination 6 sarebbe stato un reboot (cosa che avrebbe poco senso considerando le dinamiche del film) – per la somma gioia dei fan parrebbe che un eventuale sesto capitolo dovrebbe procedere sulla linea temporale della saga.
E se si parla dell’ipotesi di un sesto capitolo di Final Destination già da gennaio 2019, adesso le parole del creatore Jeffrey Reddick e del produttore Craig Perry rendono l’ipotesi sempre più concreta.
Queste le parole dei due rilasciate a Digital Spy.
Reddick: “L’appassionato di horror che è in me è entusiasta che ne stiano facendo uno nuovo, mi piacciono molto gli autori. Ho parlato con Craig e l’idea alla base è unica. Penso che reboot sia probabilmente una parola troppo forte, fa sembrare che cambieranno tutto, mentre sarà sicuramente un film alla Final Destination. Craig è un maestro nell’inventare inizi pazzesche e incredibili set. Mi ha detto un paio di cose che accadono in questo episodio e sarà molto divertente. Non sembrerà un film fatto solo per far soldi”.
Perry: “Stiamo giocando con il fatto che abbia luogo nel mondo dei primi soccorritori: pronto soccorso, vigili del fuoco e polizia. Queste persone affrontano la morte in prima linea ogni giorno e fanno delle scelte che possono indurre le persone a vivere o morire. Facciamo affidamento sul loro buon senso, competenza e freddezza. Quindi perché non mettere queste persone in una situazione da incubo in cui ogni scelta può portare alla vita e alla morte – ma stavolta per loro stessi? Stiamo pensando che inserier questo mondo potrebbe essere interessante in un film della saga e può generare setting unici in un modo molto credibile. L’ultima cosa che posso dire è che non penso che nessuno guarderà di nuovo una porta girevole allo stesso modo…”.
Parole che lasciano molto all’immaginazione.
E all’immaginazione noi stessi vi lasciamo, in attesa di avere eventuali nuovi dettagli sull’uscita del sesto capitolo di Final Destination.
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