Andrea Iannone non potrà correre fino al 2021, per una contaminazione alimentare è risultato positivo a doping ed è stato sospeso per 18 mesi
Andrea Iannone torna a far parlare di sé, questa volta però la sua vita sentimentale non c’entra. Lo scorso 3 novembre il motociclista è risultato positivo ad un controllo antidoping ed è stato sospeso.
La sentenza sul motociclista è arrivata, purtroppo però non è quella che sperava. La Fim, Federmoto Internazionale, ha condannato Iannone a 18 mesi di squalifica per doping, non potrà correre fino al 16 giungo 2021. Per la lunga sospensione i suoi avvocati faranno ricorso al TAS.
Intervistato da Sky Sport Andrea Iannone in merito alla sua squalifica ha detto: “Questo periodo è stato il più difficile della mia vita. Ho pensato davvero di tutto. Vedere riconosciuta la mia innocenza è una vittoria. Poteva andare molto peggio. Anche se abbiamo perso lo stesso, visto la condanna di 18 mesi.”
Iannone ha poi aggiunto: “Sono il primo caso di sospensione per contaminazione alimentare. Nessuno di noi sa con certezza cosa mangia. C’è incongruenza fra il regolamento e la vita reale. L’obiettivo ora è tornare in moto il più velocemente possibile”.
In merito alla sospensione di Andrea Iannone si è espresso anche Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing. Questo è ciò che ha detto: “La sentenza ci lascia sconcertati per la pena inflitta ad Andrea, ma anche molto soddisfatti nelle sue motivazioni. I giudici hanno riconosciuto la totale buona fede di Andrea e la inconsapevolezza nella assunzione confermando la tesi della contaminazione alimentare.”
Rivola ha poi detto: “Per questo la pena inflitta non ha alcun senso, alla luce delle motivazioni scritte dagli stessi giudici Andrea avrebbe dovuto essere assolto, come sempre è capitato agli altri atleti contaminati, ma questo quadro ci lascia tante speranze per il ricorso che auspichiamo sia molto veloce. Rivogliamo Andrea in sella alla sua Aprilia RS-GP, saremo al suo fianco fino alla fine di questa vicenda e lo sosterremo nel suo appello“.
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