Borderlands 3, il ritorno di Gearbox Software al loro franchise più popolare, è la serie che ha reso popolare il genere degli sparatutto, sposando il gioco in prima persona con il meccanismo di loot in stile Diablo e gli alberi delle abilità. Raccogliere fucile dopo fucile vi regalerà una strana e malsana gioia all’interno di quel turbinio di colori che è il mondo di gioco di Borderlands 3.
La storia in Borderlands 3 è la stessa di dei lavori precedenti. Ancora una volta, sei un cacciatore di caveau, un mercenario/cercatore di fortuna che si fa strada attraverso le terre desolate del pianeta Pandora. La speranza è che, in tutto questo sparare, troverai la strada verso un Vault, un antico deposito di ricchezze che si diceva contenere un grande tesoro. Ovviamente in quel Vault ci sarà un coso brutto e cattivo a sorvegliarlo. Questa volta, rispondi ad una chiamata di Lilith, uno dei cacciatori del primo Borderlands che da allora è diventato comandante della milizia dei Crimson Raiders che combatte per proteggere i civili dalle orde di banditi e dalla ricchezza spropositata delle corporazioni (le corporazioni hanno eserciti in Borderlands). Inoltre, naturalmente, vogliono saccheggiare i Vault.
Come Vault Hunter di questo gioco, si potrà scegliere tra quattro personaggi, ognuno con il proprio albero delle abilità incredibilmente elaborati. C’è Zane, l’Operativo che controlla il campo di battaglia con droni, cloni e barriere. Moze, il mitragliere, può evocare un mech gigante da pilotare e attrezzare quel mech con diverse armi e potenziamenti. Amara, la Sirena, può infliggere danni elementari utilizzando armi magiche. E FL4K, il robot Beastmaster, ha domato un certo numero di creature selvagge che combattono al loro fianco. C’è molto da scoprire dietro ognuno di questi personaggi e la cosa più bella sarà perdersi nei meandri della personalizzazione.
Borderlands 3 ha quello che avevano i suoi predecessori: l’umorismo tagliente e quasi mai banale, un mondo di gioco vivo e colorato, centinaia di armi diversi con cui divertirsi e, soprattutto, di poter giocare la campagna in compagnia di un amico. D’altra parte Borderlands 3 è un’esperienza relativamente statica in un franchise che non è cambiato molto negli ultimi dieci anni. È quello che Borderlands è sempre stato, e questo può essere una cosa positiva o meno. Insomma, se vi sono piaciuti i Borderlands precedenti, potete prendere anche questo ad occhi chiusi; non ve ne pentirete.
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