Mortal Kombat, il figliol prodigo del geniale programmatore Ed Boon è un videogioco entrato nella leggenda.
Sebbene abbia avuto numerosi alti e bassi, a partire dal 2011 ha riavuto nuova linfa vitale, rebootando tutta la saga. Il mese scorso è uscito l’undicesimo episodio dedicato a Scorpion, Raiden, Shao Kahn, Liu Kang e compagnia.
Mortal Kombat XI, nonostante una release non proprio entusiasmante (causa di troppi bug e glitch, questo episodio dell’epopea di Ed Boon ha avuto un buon successo di vendite.
Mortal Kombat è famoso per la sua violenza, in particolar modo per quanto riguarda le terribili e atroci Fatalities, modi molto simpatici e truculenti per finire l’avversario dopo avergli fatto esaurire la barra vitale. Fatalities che purtroppo hanno valso a questa meravigliosa saga una nomea immeritata di “Gioco che istiga alla violenza“.
Ed è proprio stata questa “violenza” che ha portato uno degli sviluppatori del gioco a soffrire di PTSD, ovvero la cosiddetta Sindrome da Stress Post-Traumatico, chiamata “nevrosi da guerra”, la quale si manifesta nelle persone che hanno visto o subito episodi di violenza: Secondo questo sviluppatore, il continuo lavorare su scene di violenza per diverse ore al giorno gli avrebbe portato a sviluppare tale sindrome, preferendo il rimanere sveglio piuttosto che dormire. La vera causa inerente questa crisi probabilmente però è un’altra.
Netherealm Studio, la casa produttrice di Mortal Kombat ed Injustice: Gods Among Us, è stata più e più criticata volte per gli orari di lavoro massacranti a cui sottopone i propri addetti, impedendogli di avere dei veri e propri cicli del sonno.
Certe volte è meglio guardare la vera violenza, quella umana, rispetto a quella derivante da opere multimediali o altro.
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